LEZIONE DA ERITREA
Questo è il titolo adottato dal giornale indiano Industantime il 20/09/20012. Lodavo
Eritrea per eccezzionale lavoro svolto per alleviare la sofferenza della popolazione
rurale dovute alle malattie, malnutrizione e mortalita infantile. Riferendosi dei dati
raccolti da Organizzazione Mondiale della Sanita: in cui riferiva "riduzione drastica
della mortalita infantile dal 92 nel 1999 a 39 del 2009" e "mortalita infantile
dei infanti sotto 5 anni da 152 a 39". Un forte campagna di informazione e
prevenzione alla cura della malaria induviduando la fonte della malattia in modo
da far partecipare alla popoalzione per debellare la malaria. Individuando i segreti del
successo delle cura e prevenzione di malaria e mortalita infantile aplicate in Eritrea,
invitava il governo Indiano ad aplicare il metodo usato dal governo eritreo.
AFRICA: 60 anni di indipendenza
Dopo 60 di indipendenza concessa per procura, molti paesi africani
non hanno o non possono produrre coltivazione e allevamenti industriali
di bovini, caprini e pollame al livello industriale. In occidente si parla di fame
malnutrizione, carestia e malattia di Africani, con il seguito di raccolta
di fondi per aiutare l'Africa, per poi assistere alle sue terre fertili consegnati alle
multinazionali del bioetanolo. Il bioetanolo come derivato del mais
è legato alla quotazione del petrolio. La quotazione borsistica del grano,
mais, riso e altri prodotti agricoli di
prima necessita sono accompagnato da speculazioni hanno portato ad aumenti sproporzionati.
Per compensare la perdita borsistica a seguito del crollo dei mercato immobiliare e
finanziario del 2008, la finanzia statiunitense liberalizzo i prodotti agricoli fino
ad allora sacri. Cosi il mais, riso, grano e altri prodotti agricoli
diventarono prodotti borsistici in cui scommettere
come oro e petrolio, con aumento sproporzionato del pane che sfocciava in rivolta in molti
paesi del Nord Africa che ebbe inizio lentamente la cosidetta primavera araba.
In conseguenza dell'aumento
petrolifero il cibo raddoppia e triplica in breve tempo.
Cosi i contadini e allevatori rurali si trovato
intrappolati dalla quotazione borsistica estranea alla loro vita.
La Banca Mondiale è a consigliare di non coltivare il riso bensi il
mais e cotone per risolvere la fame nel mondo e aggiustamento del debito.
Per poi la popolazione trovarsi a comprare riso dall'Asia in cui il
prezzo veniva quintiplicato portandoli in un disagio disperato.
I grandi investitori nel Mali sono 22 aziende internazionali,
tra cui la Banca Mondiale con 75 milioni di dollari americani sotto
una societa di comodo con sede in isole Cayman. Investire in
coltivazione è una cosa giusta, ma espropriare le terre cacciando
i contadini che vivevano da millenni al prezzo di una tazzina di caffe
è un crimine. Il prezzo dell'ettaro di terra in Africa è di 14 centesimi di dollaro
americano mentre è di 16000 dollari in Stati Uniti e 22000 in Inghilterra.
Bisogna fermare questo modello di investimento. Non serve dire va bene,
rispettiamo il diritto dell'uomo, vi paghiamo i salari, in quanto questo è l'atto
di non voler risolve il problema , bisogna seguire un modello di
agricoltura vicina alla comunita contadina. I contratti sottoscritti con le
multinazionali dai governi in Africa (Senegal, Mali, Madagascar, Etiopia ecc..ecc)
sono sensa partecipazione dei contadini locali e con la mancanza di trasparenzae e
garanzia alle popolazione locali. A denunciare sono molti attivisti come Renè Vellvè
con il loro blog www.grain.org e paricolrmente in Mali il sindacato dei contadini
guidato da Ibrahima Coulibaly che denuncia da anni in solitudine quello che
sta accadendo in Africa, in cui la Banca Mondiale sta completamente sbagliando
imponendo ai governi un modello di sviluppo disastroso che sta sfociando in
guerre civile. Come di tutti i problemi che riguardano l'Africa, il problema del
Mali è diventato un caso internazionale con interesse di ONU e Francia.
Il Mali è diviso in due, il nord in mano ai ribelli e a sud dal governo di
transizione, a causa di malgoverno, di corruzione e interferenze internazionale ha
portato il paese in guerra civile.
Per non bastare invece di risolvere il problema internamente con dialogo, il
governo di transizione ha chiesto l'intervento militare ONU. Ecco un nuovo focolaio
in cui il problema dell'Africa è delegato ai estranei che predicano democrazia, ma
investono alle terre espropriate ai contadini.
L'ONU è gia intervenuta in Libia, di cui conseguenze tragiche è pieno nei notiziari.
Cosi come in Congo, in cui non trova soluzione alle cause tragiche che ne sta vivendo
la popolazione da molti anni in presenza e intervento ONU, mentre le risorse minerarie
continuano le estrazione. Si parla di 5 milioni di morti nel silenzio del mondo in paese
che non trova pace occupato dai soldati ONU dei paesi europei Stati Uniti, in aggiunta della
influenza di Ruanda e Uganda.
SOMALIA, Come afferma Wikileaks dietro l'invasione della Somalia
da parte dell'Etiopia nel 2006, fu ordinato dagli Stati Uniti a Washington con sostegno
di Gran Bretagna. Grazie a Jiulian Assange
si scopre l'invasione ai danni della Somalia, quando finalmente il paese si pacificava formando
un governo guidato dalle corti islamiche. Riportando di nuovo in guerra civile, che ne seguiva la
divisone del del paese in tre parti: Somalia, Somaliland e Puntland. Ora invece di dialogo si sta
imponendo un governo sotto l'egidia dell'ONU con i militari di Ruanda, Serra Leone, Uganda,
Gibuti, Etiopia e Kenia. In Etiopia regioni come, Ogaden, Dancalia del sud e nel Gondar sono
in conflitto armato contro il governo centrale, mentre l'esercito etiopico è impegnato in
guerra in Somalia. Il problema principale è che molti governi africani non rispondono ai
bisogni della popolazione locale bensi ai loro mantenitori. Questo fatto accompagnato da disagio
politico e economico sta portando all'odio dell'occidente e Stati Uniti.
Sono molti paesi africani che rischiano la guerra civile, specialmente in elezioni farse, in cui
i contendenti appartengono ad etnie rivali, il Kenia e Costa D'avorio ne sono l'esempio.
Parallelanmento a questo disagio sta nascendo un nuovo margine di scelta di non legarsi più agli
aiuti esteri condizionanti e disastrosi che l'Africa sta subendo, bensi a investimenti di
partenariato che sta prendendo piedi dai paesi come Cina, India, Brasile, Turchia e Russia.
Grazie a Dambisa Moyo scopriamo in realta è l'Africa che aiuta l'occidente e Stati Uniti, in
cui gli aiuti vengono imposti e mantenuti per mantenere un esercito 450.000 di volontari
ONG legato ad ONU, di stipendio vitto e alloggio per missione in Africa.
È ora di cambiera la rotta politica investendo per la pace e prosperita sensa emarginare
nessun movimento di lotta o politica.
Non ce nessuno continente o paese indipendenti
da altri, tutte le nazioni sono interdipendenti per tecnologia o materie prime, per cui ora
di pensare in grande per il rispetto e dignita umana.
L'Africa che puo aiutare l'occidente e Stati Uniti non viceversa in quanto abbonda
di materie prime, minerali, gas e petrolio.
Ringrazio il programma di Rai Tre "Report" di Milena Gabanelli per informazione utile sul Mali.
Samy Chierichini